martedì 14 febbraio 2012

Grattacieli costruiti su sogni traballanti,
camminare in bilico sulle mani,
in equilibrio su un filo che scende dall'ultimo piano fino al primo di un altro palazzo...
il vuoto sordo di un'inquietante silenzio.
Sotto, la discesa che si fa sempre più ripida.
Ed avere la netta impressione che,
una volta scesi fino in fondo si dovrà poi risalire.
Come se non ci fosse mai fine al percorso,
come se la paura dello scendere dovesse sempre essere accompagnata dalla fatica del salire.
Non poter tornare indietro girando i tacchi,
solo poter tornare dove prima andando avanti.

Aggrappata al filo con le sole dita
adesso il mio corpo oscilla indeciso tra salita e discesa.

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