Aveva scelto di cercare di meglio, di aspirare a qualcosa di più, aveva abbandonato tutto per un altro posto dove sarebbe stato il suo futuro.
Questa volta era stata una decisione dettata dal desiderio di trovare la propria strada, non voleva andare alla cieca, aveva uno scopo ben preciso in mente e voleva raggiungerlo.
Aveva in corpo una gran voglia di scoprire ciò che l'aspettava e questo l'aveva portata via; non erano servite le belle parole, non era bastato il cuore in gola in mezzo ad una vigna d'estate, nè il tremore alle gambe, nè quanto meno le farfalle nello stomaco...o forse tutto questo aveva solo agevolato la partenza, dando ad ogni cosa il velato aspetto di una fuga leggermente sospetta.
Sapeva che cominciare una nuova vita altrove avrebbe voluto dire eliminare ogni gesto abitudinario che fino ad allora aveva portato avanti, radere al suolo ogni manualità, ogni quotidianità per ricostruire ogni cosa dal principio. Ed era stato esattamente questo a renderla ancora più entusiasta della sua nuova sfida verso se stessa. Tutto questo era stato eccitante, emozionante, vissuto con passione finchè non si era creata una nuova abitudine, un nuovo insieme di gesti automatici e quotidiani. Di colpo sembrava essere apparsa di fronte a lei la strada che aveva sempre progettato, quella che le avrebbe procurato soddisfazione personale e professionale, quella che non le avrebbe fatto smettere di sognare, di imparare, di provare immensa passione e costante sorpresa per ciò che la circondava. Finalmente sembrava aver trovato la propria strada, il proprio percorso da seguire e la serenità le aveva illuminato gli occhi per qualche istante...poi di colpo si era accorta di aver perso se stessa. In questo gioco di fughe, forti emozioni, adrenalina, giochi, scherzi, tentativi, ostacoli, si era persa nel labirinto di se stessa e non riusciva più a trovarsi.
Aveva perso se stessa lungo la strada che avrebbe voluto percorrere e in qualche strano frammento di tempo tentava di cercarsi in quella che era ieri: nei giorni di luglio in cui la pioggia le aveva bagnato i baci, nei giorni di agosto in cui il tiepido vento della notte le aveva scaldato il cuore, nei giorni di settembre in cui aveva lasciato un ultimo saluto sulle mura della città.
Non si sarebbe trovata nè lì, nè in nessun altro posto dietro le sue spalle; avrebbe dovuto invece cominciare a guardarsi intorno, a cogliere la bellezza nei piccoli dettagli di ciò che la circondava quotidianamente...solo allora si sarebbe trovata, forse seduta sulla neve, forse sorridendo tra le bandiere bianche e rosse, forse camminando la notte tra le luci di una città sorprendentemente bella, forse semplicemente guardando oltre il suo volto riflesso nello specchio la mattina...
Forse solo allora sarebbe stata capace di trovarsi.
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